Per risalire al motivo per cui Ostuni è conosciuta come la “Città Bianca”
dobbiamo fare un salto nel Medioevo,
quando fu colpita da una grave pestilenza che inginocchiò la popolazione.
L’epidemia di peste portò la città alla completa distruzione, tanto da andare vicinissima alla totale estinzione. Ma, grazie alla consuetudine di imbiancare le case con la calce,
un vero e proprio disinfettante naturale, Ostuni si salvò dalla peste.
E oggi le case imbiancate sono diventate la caratteristica indelebile della città.
Percorrere le stradine del centro storico di Ostuni (il Rione Terra) è un’esperienza da non perdere.
Dopo aver visitato la Cattedrale, espressione gotica del 1400
con uno splendido rosone tra i più grandi al mondo, l’attenzione si sposta verso il convento delle benedettine, con annessa chiesa di S. Pietro.
Questo monastero che si incontra lungo via Gaspare Petrarolo è considerato un importante esempio dell’arte benedettina pugliese.
Chiese e dimore signorili si susseguono nella città vecchia cinta dalle mura aragonesi dove si aprono
Porta Nova e Porta San Demetrio. Man mano che si esce dalla città, balzano agli occhi il Palazzo Vescovile
e del Seminario, altre chiesette, siti archeologici e le masserie (antiche fattorie fortificate).
E c’è un angolo della Puglia che non è passato inosservato alla maggior parte degli utenti di Instagram:
è la “porta del Salento”, la suggestiva porta blu tra i fichi d’India e la calce bianca
fotografata e condivisa sui social network da migliaia di utenti.